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Konstantin Arkadyevich Raikin
a Pordenone dal 25 settembre al 2 ottobre




Chi è?

Attore e regista russo, capocomico del Teatro Satyrikon di Mosca e fondatore della Scuola Superiore di Arti Teatrali. Ha diretto e/o interpretato oltre 100 spettacoli teatrali ed ha avuto esperienze cinematografiche e radiofoniche.
È stato insignito del massimo riconoscimento per un attore in Patria, ricevendo il titolo di Artista del Popolo Russo nel 1992 e 1993.


Cosa proporrà per il Masterclass internazionale...

Con due workshop distinti, offrirà la propria visione della recitazione creativa che sfocia in una poetica surreale, grottesca e gentile insieme ed estremamente attuale. Particolare sarà il secondo appuntamento, previsto come un ritiro speciale full time nei gradevoli spazi di accoglienza e di “assaggio” di una nota cantina friulana.


Qualche info in più...

Konstantin è figlio del leggendario Arkady Raykin, grande comico, trasformista, attore di varietà e drammaturgo del periodo sovietico. Solo dopo gli studi all’Accademia Shukin di Mosca e dieci anni come primo attore drammatico al Teatro Contemporanea, accetta (nel 1981) di lavorare a San Pietroburgo con il padre e iniziare a “rubargli i segreti”. Nel 1982 il Teatro Arkady Raykin si sposta a Mosca e nel 1987 prende il nome di Teatro Satyrikon, diventato oggi il più importante teatro privato della Russia.
Il rapporto di Konstantin Raykin con l’attuale potere politico russo è molto dialettico; altrettanto vivace è lo scambio con il pubblico che riesce a soddisfare a livello spettacolare e al quale chiede poi contestualmente  testimonianze   precise su 
approfondimenti scottanti.


Raikin, raccontandosi un po’...

Una mattina ero nel mio ufficio, prima delle prove. Tra un pensiero e l’altro, scrivevo e programmavo. Ad un certo punto arriva una telefonata: “Signor Raykin, parla la segreteria di Steven Spielberg. Mr Spielberg, vorrebbe parlare con lei, posso tradurre in simultanea per entrambi, se è d’accordo”. “Va bene, prego”. Dopo brevi convenevoli, mi sento proporre una parte importante in un nuovo film. Una parte che avrebbe previsto molti mesi di riprese. Dico subito che no, purtroppo non è il momento. Il mio teatro adesso ha molto bisogno di me (…o io di lui, che è quasi lo stesso). “Signor Raykin, il compenso base sarebbe di diciassette milioni di dollari...” Faccio una pausa. Non tanto lunga, il tempo di sentir gelare il sangue e seccare la saliva. Poi, qualcuno (io stesso credo) dice chiaro “purtroppo confermo che proprio non mi è possibile. Il problema è il periodo, fosse stato in un altro momento, magari!”
“E’ la sua ultima parola?”
Sì, purtroppo…”
“Speriamo almeno di incontrarci” (questo lo disse lui, mi pare…)
Grazie per la stima, cordiali saluti!”
Poso il telefono, mi guardo allo specchio e confermo anche a me stesso che non è possibile accettare la proposta. Anche se mi sento piuttosto strano.
Esco dal mio ufficio e vado dal mio direttore, per il quale so che i soldi sono importanti. Gli racconto tutto, ma non ricordo esattamente in che modo e con quale slancio. Quel che ho bene in mente è che lui, alle mie parole, letteralmente sviene... o forse si butta volontariamente a terra, non saprei con precisione.La cosa finisce comunque così.
L’unico pensiero che sono certo di aver avuto per giorni, dopo questo strano ed estemporaneo episodio, è stata la preoccupazione di cosa pensassero di me Spielberg e il suo staff: che vivessi nei boschi, in mezzo agli orsi?