Ferruccio
Merisi
Chi
è?
Cosa
proporrà al Masterclass...
Al
Masterclass proporrà un workshop di due giorni sulla voce dei
caratteri e uno di tre giorni dedicato alla grammatica e sintassi
dell’invenzione scenica, che partirà dalla cultura del training di
personaggio per poi esplorare le regole della composizione scenica e
della improvvisazione.
Qualche info in più...
Allievo
di Sisto Dalla Palma, Giorgio Strehler ed Eugenio Barba, é stato tra
i fondatori del Teatro Di Ventura, gruppo storico milanese della
ricerca teatrale degli anni '70, con mansioni di drammaturgo, regista
e pedagogo. Direttore organizzativo e artistico di Festival e
progetti speciali fra Emilia Romagna e Veneto negli anni ’80; nel
1985 fonda a Pordenone la compagnia Attori & Cantori, poi
Compagnia Hellequin e, nel 1990, dà vita alla Scuola Sperimentale
dell'Attore, con l'attrice e ricercatrice Claudia Contin Arlecchino.
Ferruccio
Merisi, raccontandosi un po’...
"L’Arlecchino Errante ha due anime.
La prima è quella di testimoniare che tutto quello che noi chiamiamo
o accettiamo di chiamare Commedia dell’Arte è un terreno di
coltura che si confronta con tutto ciò che è prossimo ai suoi
confini. L’Arlecchino, quindi, si chiama Errante perché vive di
contatti, contaminazioni e dialoghi a tutto tondo...Anno dopo anno
abbiamo portato a Pordenone il meglio dell’Opera di Pechino, del
Teatro di Bali, del Teatro Indiano e Giapponese. Questo solo per
quanto riguarda l’erranza etnologica. Ci sono poi l’erranza nei
linguaggi, e quella nelle etiche del teatro, che coinvolgono anche
la cultura europea e il teatro italiano. In quest’ultimo tipo di
viaggi l’Arlecchino Errante ha portato, con artisti di eccellenza,
riflessioni sul Circo, il Teatro del Meridione, la Differenza, il
Sacro Buffone, l’Utopia, il Mimo, il rapporto tra Tecnica e Verità
ecc.
La
seconda anima è molto più concreta: proviamo a fare il punto sulla
nostra ricerca nella Commedia dell’Arte e sulle sue possibilità
pedagogiche, di volta in volta, anche con l’appoggio di un grande
Maestro esterno. La sofferenza è doverlo fare in un tempo molto
concentrato: tre settimane sono veramente poche. E questo fatto
rispecchia quello che è per noi ormai un grosso problema strutturale
e politico: non ci basta più il tempo per la ricerca...vediamo ormai
con chiarezza estrema il cammino compiuto e quello da compiere.
Pensiamo, senza falsa modestia, che possa essere un patrimonio per
l’arte dell’attore del futuro”.
Intervista tratta dal libro "Commedia dell'Arte, Voci, Volti, Voli"
a cura di Fausto Sesso
Moretti&Vitali Editori, febbraio 2015