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Claudia Contin Arlecchino






Chi è?



Attrice, regista, scenografa, artista figurativa e insegnate di teatro, scrittrice di saggi e autrice di testi teatrali pubblicati in diverse lingue. Storica dell’Arte e del Teatro. Prima donna ad interpretare con continuità il ruolo di Arlecchino e autrice della “tavola dei caratteri” della Nuova Commedia dell’Arte.  


Cosa proporrà al Masterclass?

Claudia lavorerà con gli allievi per 5 giorni intensivi nella prima parte del Masterclass, e interverrà alla sua conclusione. Si occuperà di: analisi del corpo-pensiero, costruzione dei nove caratteri fondamentali della (nuova) Commedia dell’Arte; impostazione del loro training di base; esercitazioni all’azione in maschera e giochi coreografici di gruppo; contaminazioni con altre culture sceniche; uso della maschera facciale e sua interazione con la “maschera fisica” del personaggio.









Qualche info in più...

A Claudia si devono le intuizioni e le sperimentazioni che sono alla base di una delle più moderne ed innovative ricostruzioni della Commedia dell'Arte, anche per quanto riguarda la ridefinizione di tutti i principali Caratteri e Maschere. È ideatrice e curatrice della nuova tecnica per il Teatro Contemporaneo denominata Tragedia dell'Arte, ispirata all'arte contemporanea di Egon Schiele. Fondatrice nel 1990 della Scuola Sperimentale dell'Attore, assieme al regista Ferruccio Merisi, ne è tutt'oggi il Direttore dei programmi didattici. A complemento del suo lavoro per il teatro, Claudia sperimenta e sviluppa le sue capacità vocali collaborando a produzioni di Teatro in Musica con musicisti di diverse aree e, come performer e modella, con diversi fotografi d'arte internazionali.



Claudia, raccontandosi un po’...

Un attore non sceglie il proprio personaggio di Commedia dell’Arte, è piuttosto come se il personaggio scegliesse di volta in volta il “suo” attore. Io sono stato scelto da Arlecchino, poi mi è stato confermato dal pubblico finché si è consolidato. Già dall’inizio, ai primi debutti, mi firmavo Claudio Contin, al “maschile”, proprio perché volevo che non ci fosse alcuna discriminazione di genere da parte degli organizzatori e del pubblico nell’accogliere lo spettacolo di questo nuovo Arlecchino. E non toglievo mai la maschera nei primi spettacoli, neppure durante gli applausi, così gli spettatori potevano pensare davvero che io fossi un giovane attore. Mi avvalevo, allora, di una preziosa complicità e di un cameratismo tra Arlecchini di cui ero molto orgogliosa, i miei Colleghi e i miei Maestri mi trattavano come un fratello, ci incontravamo, ci scambiavamo esperienze, ci allenavamo o provavamo assieme...
Quando, ad un certo punto della mia, chiamiamola gavetta di Arlecchino, è venuto fuori pubblicamente che sotto la maschera c’era una giovane attrice, il mio Arlecchino era già stato accettato, non solo dai colleghi, ma anche da diverse ricerche universitarie e progetti di formazione che mi vedevano impegnata come docente specializzato in Commedia dell’Arte.
...Da un lato ci tengo moltissimo che il mio Arlecchino rimanga un personaggio maschile, disinibito, popolaresco e con una fisicità ed una vocalità solide e grezze insieme. Però allo stesso tempo sono orgoglioso, come Arlecchino, di rappresentare tutte le donne, nelle loro capacità e nel loro coraggio di affrontare anche ruoli e mestieri che persino oggi sono ancora considerati preferibilmente “maschili”. Se essere il “Primo Arlecchino Donna” è utile per dire alle altre donne: “non fermatevi”, se serve a farmi diventare il cavaliere difensore di tutte le altre che arriveranno, allora questo ruolo lo accetto volentieri… Molto volentieri!...



Intervista tratta dal libro "Commedia dell'Arte, Voci, Volti, Voli" 
a cura di Fausto Sesso
Moretti&Vitali Editori, febbraio 2015